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News fiscale settimana 8 – Anno 2020

L’autonomia patrimoniale nelle società

Che cos’è l’autonomia patrimoniale? E che differenza c’è tra autonomia patrimoniale perfetta ed imperfetta?

La distinzione tra le due forme è molto importante. In primo luogo, l’autonomia patrimoniale imperfetta è tipica delle società di persone (società semplici, società in accomandita semplice, società in nome collettivo). In questi casi, non vi è distinzione tra patrimonio della società e quello dei soci. Pertanto, se la società non riuscisse ad onorare i propri debiti, i creditori sociali potranno intaccare il patrimonio dei singoli soci, in proporzione alle quote da essi detenute. In ogni caso, spetta poi al socio farsi rimborsare per quanto pagato al creditore sociale, se l’importo è maggiore rispetto alle quote da lui possedute.

Diversa è l’autonomia patrimoniale perfetta, che invece riguarda le società di capitali (società per azioni, società a responsabilità limitata, società in accomandita per azioni). Con l’autonomia patrimoniale perfetta, invece, si genera un “distaccamento” tra patrimonio sociale e patrimonio dei singoli soci, dove la società acquisisce una personalità giuridica. Pertanto, se la società non riuscisse ad onorare i propri debiti, i creditori sociali potranno soltanto intaccare il patrimonio sociale fino ad esaurimento ma non il patrimonio dei singoli soci. Questi ultimi, quindi, perderanno soltanto l’ammontare che hanno messo per la costituzione della società.

Particolare attenzione in caso di fallimento di una società. A seconda della tipologia di società, in caso di fallimento, si avranno conseguenze diverse.

Se la società è caratterizzata da autonomia patrimoniale perfetta, il fallimento di quest’ultima non comporta anche il fallimento dei soci, al contrario, in una società caratterizzata da autonomia patrimoniale imperfetta anche gli stessi soci falliscono.

Apertura partita iva

La partita Iva è un codice alfanumerico che permette al Contribuente di esercitare un attività (arte, professione o impresa) dove vige il principio dell’autodichiarazione, ossia è lo stesso Contribuente che deve dichiarare quanto ha percepito e quanto dovrà pagare a livello fiscale e contributivo.

L’apertura della partita iva non è particolarmente complessa: è obbligatorio utilizzare un software dell’Agenzia delle Entrate inserendo i dati anagrafici e, poco dopo, l’ Agenzia restituirà una ricevuta con la partita iva associata al Contribuente.

Oltre le prime 2 lettere indicanti il Paese di provenienza del soggetto, vi sono i primi 7 numeri che identificano la ragione sociale nell’ambito di un distretto provinciale, le successive 3 cifre sono il codice Istati di appartenenza dello stesso soggetto mentre l’ultimo numero è detto “di controllo”, ovvero serve a verificare la correttezza del codice in base ad un dato algoritmo.

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